Citati, “l’alleanza tradita tra l’uomo e gli animali” e l’intervista di Fini in sostegno della caccia

CITATI, “L’ALLEANZA TRADITA TRA L’UOMO E GLI ANIMALI” E L’INTERVISTA DI FINI IN SOSTEGNO ALLA CACCIA

Caro Fini,

sicuramente non leggerà questa lettera ma farebbe bene a farlo: è rivolta a Lei ma riguarda molti politici italiani. Sono un italiano che vive all’estero e le notizie in questa parte del mondo giungono spesso in ritardo. Sabato 15 dicembre ho letto, con una certa emozione, su Repubblica un articolo di Pietro Citati che parlava de “L’alleanza tradita tra l’uomo e gli animali” e subito dopo mi è pervenuto – via internet – un articolo apparso giovedì 6 dicembre sul Corriere della Sera che riportava una sua intervista nella quale, tra le altre cose, Lei affermava che “in Italia si spara a troppe poche specie” e che “i cacciatori sono trattati come cittadini di serie B e servono quindi norme che diano loro più diritti”.

Sono rimasto allibito.

Citati accennava a un libro di Margherita d’Amico che Lei e suoi “colonnelli” fareste bene a leggere. Avendo vissuto in campagna, in Toscana, di cacciatori me ne intendo.
Non ho vissuto nei palazzi del potere ma nei luoghi ove imbecilli travestiti da“Rambo” massacravano – e massacrano – tutto ciò che vive in maniera indegna e spietata. E possono sparare a 150 metri da una casa: roba da autentica Repubblica delle banane.

Ha un’idea di quante volte ho trovato cacciatori armati e con i loro cani nel giardino?

Dei politici italiani mi sorprendono ormai poche cose: sono stato un attento lettore del “La Casta”
ma quello che mi lascia boccheggiante per la meraviglia è la tendenza suicida della casta politica che tende a vedere l’albero e ignora la foresta.

Non riesco a capire – considerando come vanno le cose nel mondo – come si possa ancora sostenere la caccia davanti alla situazione generale del pianeta.
Habitat stravolti, 41.000 specie a rischio, lo scioglimento della calotta artica che porterà alla conseguente estinzione di specie polari, desertificazione, l’Amazzonia massacrata, il riscaldamento globale e le conseguenti catastrofi che provoca e Lei se ne viene fuori con l’idea geniale di permettere a una lobby declinante di continuare a massacrare animali?

Veramente incredibile.

Cos’è che rende la classe politica italiana così cieca verso le tendenze autentiche?

L’Eurisco in un sondaggio ha confermato che otto italiani su dieci sono assolutamente contrari alla caccia.
Opposto alla caccia è il 71,4% della popolazione, favorevole il 15,2%, molto favorevole il 5,9%

Mi domando: è possibile mai che per inseguire una manciata di voti bisogna alienarne altri centinaia di migliaia?

Si rende conto che il numero dei cacciatori in Italia da circa cinque anni si è stabilizzato intorno alle 800.000 unità ma che nel 1980 i cacciatori erano 1.701.853, e che quindi la categoria venatoria è in spaventoso calo da anni?

E ha considerato che i vegetariani – che quando ero bambino erano virtualmente inesistenti – sono ora quasi 3 milioni? E’a conoscenza che l’Eurispes stima che nel paese i vegetariani siano 2 milioni 900 mila, che abbiano raddoppiato il proprio numero in meno di tre anni, e che nel 2050 raggiungeranno quota 30 milioni: la metà circa della popolazione. Il trend verso il vegetarianismo – che cito perché è da considerare come lo zoccolo duro dell’animalismo – è in crescita esponenziale. Nel paese dove vivo i vegetariani sono il 10 % su una popolazione di 60 milioni di abitanti e in Germania sono l’8% su una popolazione di 83 milioni di abitanti. E sono in continuo aumento.

E se le cose stanno a questo punto uno si domanda perché sostenere la caccia offendendo milioni persone che la detestano?

Non sono i cacciatori cittadini di serie B, ma la stragrande maggioranza di coloro che odiano al violenza perpetrata verso gli animali a essere cittadini di serie B, anzi di serie C2.

Mi domando: qual è la logica dietro questa fissazione perdente?
E quanti cacciatori votano per la destra considerando che la Toscana (119.468) e l’Umbria (40.978) brulicano di doppiette situate politicamente a sinistra?
Quanti voti raccattate dal bacino dei cacciatori?
Quale è il vantaggio di strizzare l’occhio a cinquanta persone per perderne 1000?
E’ politicamente conveniente?
E’ moralmente giusto?
Lei mi dirà : ci sono i soldi dell’industria delle armi?.
Sicuramente! Ma è un calcolo che alla lunga vi favorirà politicamente?
Da quello che leggo non credo proprio. Però si rassicuri: la cecità non è solo di destra: è universale.
Gli ex DS contenevano nel loro grembo l’Arcicaccia e l’animalismo come il Dottor Jekill e Mr. Hyde.
Se il consenso verso la classe politica è sceso a livelli paurosi non sorprende. La vostra cecità è grande.
Legga le reazioni alla lettera Citati e rifletta. Dopo tutto questo è un paese che ha milioni di animali nelle case. C’è di tutto nelle case italiane. Ci sono oltre sei milioni di cani e oltre sette milioni di gatti per non parlare di uccelli, pesci e piccoli mammiferi. E Lei pensa che tra i possessori di questi animali (se si escludono i cacciatori) il suo aperto sostegno alla caccia sia andato giù bene? Lo pensa veramente?
E che diranno gli animalisti di destra del M.I.D.A., che votarono a Roma nelle elezione comunali per la lista – che mi pare fosse sponsorizzata da Alemanno – che ottenne 800 voti contro i 4.020 di Fiamma Tricolore di Romagnoli? Che diranno questi signori leggendo la sua intervista?
Ma con tutto quello che accade in Italia dalla mucillagine economica, alla criminalità organizzata con cui vive a braccetto – ci dice il CENSIS – il 77% della popolazione di quattro regioni meridionali, con i problemi immensi che stiamo affrontando, Lei se ne esce a difendere la categoria dei cacciatori?

Sono allibito ma ormai più nulla sorprende.

Paolo Ricci
22-12-2007