Lettera a Dario Franceschini

DALL’INGHILTERRA
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LA VERGOGNA DELLA CACCIA NO – LIMITS
E LA FANDONIA DEI CACCIATORI DI SINISTRA

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LETTERA A DARIO FRANCESCHINI
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DARIO FRANCESCHINI
PARTITO DEMOCRATICO
VIA SANT’ANDREA DELLE FRATTE
ROMA

Ilfracombe 24.04.2009

Caro Franceschini,

Le scrivo dall’Inghilterra dopo aver letto alcuni articoli riguardo l’oscena legge “apri-caccia-liberi-tutti” che, se presentata dove vivo, avrebbe creato i presupposti per una rivolta.
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Progetto alberi

PROGETTO ALBERI
Coordinamento per la difesa del verde di Roma

Contatti:
paola.bozzi@alice.it
acchapel@gmail.com

alberidiroma

ROMA AGOSTO 2007

Premessa

Negli ultimi anni, noi, cittadini di Monteverde (come anche di altri quartieri), abbiamo assistito alla decimazione di numerosi alberi nelle nostre strade. In via Fonteiana, via di Donna Olimpia, via Innocenzo X, via Mario Alberto, via Alessandro Poerio, via Lorenzo Valla, via Guinizelli e tante altre vie del nostro quartiere e in altre zone della città, si vedono potature selvagge, tagli drastici, abbattimento di alberi antichi e morte per incuria di alberelli appena piantati. E’ ora di mettere fine a questa situazione che ci offende come cittadini rispettosi della natura e dell’ambiente e ci indigna come contribuenti per lo spreco del denaro pubblico. Un albero adulto in un’ora assorbe circa 1,5 Kg. di anidride carbonica e libera circa 1 Kg. di ossigeno. Ci vogliono 9 alberi giovani per produrre lo stesso effetto. Se il Comune di Roma vuole difendere la qualità dell’aria, deve difendere gli alberi della città.

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Lettera a Veltroni: Gli alberi di Roma

Lettera a Veltroni: Gli Alberi di Roma

P. RICCI
KEW COTTAGE
LANGLEIGH
ILFRACOMBE
DEVON
EX348BG
U.K.
E Mail: ricci@esperia.fsnet.co.uk

Ilfracombe 18.10.07

Caro Veltroni,

sono un romano che vive in Inghilterra, nel Devon, ma che ritorna spesso nella sua città.
Ultimamente sono rimasto estremamente sorpreso dal taglio degli alberi a Roma.
Li ho osservati con grande attenzione e ho avuto l’impressione che l’operazione della potatura fosse stata eseguita da “cow boy” esperti in attività di macelleria e non di giardinaggio.

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Politica e animalismo: Roma, un colloquio notturno tra Massimo Tettamanti e Paolo Ricci

POLITICA E ANIMALISMO.
ROMA 27 FEBBRAIO 2005: UN COLLOQUIO NOTTURNO TRA MASSIMO TETTAMANTI E PAOLO RICCI.
Proposta di legge, Lobby, animalismo suicida, caccia e una nuova visione.

RICCI: Caro Max prima di tutto un piacere vederti. Mi sorprende che non indossi la divisa da nazista delle Shutzstaffel – SS. Ti sei ricreduto? Peccato il nero ti donava… stavi proprio bene con gli stivali lucidi e il frustino…

Ho letto che le trattative ai tavoli tra animalisti e vivisettori vanno avanti da almeno un anno e mezzo. Avete concluso con la revisione del decreto legislativo 116/92 che regolamenta l’uso degli animali nei laboratori, e la proposta di legge, presentata nel dicembre 2004 da Giulio Schmidt, la n. 5442.

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Marxismo e animali: nel ghetto del ghetto del ghetto luminoso

Paolo Ricci
Marxismo e animali: nel ghetto del ghetto del ghetto luminoso

un’intervista

Barnastaple (North Devon), in un pub della High Street

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Giorni fa ricevetti da Aldo Sottofattori un testo dell’ “Officina di Teoria Marxismo e animalismo” di Marco Maurizi. Sottofattori inneggiava allo scritto e spiegava che Maurizi aveva risolto un annoso dilemma con un epocale intervento che avrebbe stravolto le basi dell’animalismo odierno aggiungendo che “la pratica animalista” sarebbe “divenuta irriconoscibile e non avrebbe più avuto nulla in comune con l’inerzia di oggi.” In poche parole eravamo davanti alla Grundrisse animalista promessa e tanto attesa. Era quattro anni che ne sentivo parlare ed ora si era miracolosamente manifestata alla luce del giorno. Il testo – spiegava Sottofattori – demoliva “con potenza inusuale la fragile tendenza animalista a seguire la via giurisdizionale per la risoluzione della questione animale.”

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Intervista al sabotatore

INTERVISTA AL SABOTATORE EXETER – 12 OTTOBRE 2004

Ho incontrato Robin Barnet a Exeter in una mattina piovosa davanti alla cattedrale normanna sotto la stupenda facciata popolata da apostoli, re, evangelisti, patriarchi e profeti.

Mi interessava parlare con lui perché rappresenta per me quella parte dell’animalismo britannico, che pur mantenendo una posizione moderata, è notevolmente esposto alla violenza della lotta per l’abolizione della “Caccia alla volpe”.

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Intervista sulla nascita del movimento animalista italiano

DA QUANTO TEMPO È ATTIVO IL MOVIMENTO ANIMALISTA IN ITALIA?

Non so dire con precisione. Da moltissimi anni, sin dal secolo scorso ci sono state dispute filosofiche sulla superiorità dell’uomo e dei diritti animali soprattutto nel mondo anglosassone. In Italia forse un movimento animalista ha cominciato a prender forma dall’apparizione di “Animal Liberation” di Peter Singer nel 1976, e sulla scia della contestazione giovanile che andava contro tutte le forme di autorità (anche quella dell’uomo sul creato). All’epoca il movimento si è subito schierato politicamente a sinistra; ma oggi è frammentato, confuso, in un certo senso apolitico e isolato dallo stesso movimento animalista internazionale.

PER QUALE RAGIONE SI TENDE A DIFFIDARE DEGLI ANIMALISTI RADICALI? Continua a leggere Intervista sulla nascita del movimento animalista italiano

Intervista rilasciata a Oltre la specie su “L’assassino Cherubico”

OLTRE LA SPECIE – MONZA – 30 OTTOBRE 2003
INTERVISTA : L’ASSASSINO CHERUBICO.

Intervistatore: Aldo Sottofattori

Risponde l’autore: Paolo Ricci

SOTTOFATTORI: Come nasce l’AC?

RICCI: Anni fa sono tornato a vivere in Italia dopo una lunga assenza. Mi sono stabilito in Toscana. Nel periodo della caccia ho scoperto che i cacciatori possono sparare ovunque. Un giorno arrivarono ad entrare nel giardino della mia casa, tra i campi. Rimasto sconvolto dalla prepotenza e arroganza di questi individui, e costatando la mancanza di leggi capaci di frenare i massacri, ho cominciato a riflettere sulla violenza perpetrata sui più deboli della terra, gli ultimissimi: gli animali. E mi sono posto una domanda fondamentale: E’ giustificabile la difesa violenta contro l’attacco violento verso i più deboli?

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Citati, “l’alleanza tradita tra l’uomo e gli animali” e l’intervista di Fini in sostegno della caccia

CITATI, “L’ALLEANZA TRADITA TRA L’UOMO E GLI ANIMALI” E L’INTERVISTA DI FINI IN SOSTEGNO ALLA CACCIA

Caro Fini,

sicuramente non leggerà questa lettera ma farebbe bene a farlo: è rivolta a Lei ma riguarda molti politici italiani. Sono un italiano che vive all’estero e le notizie in questa parte del mondo giungono spesso in ritardo. Sabato 15 dicembre ho letto, con una certa emozione, su Repubblica un articolo di Pietro Citati che parlava de “L’alleanza tradita tra l’uomo e gli animali” e subito dopo mi è pervenuto – via internet – un articolo apparso giovedì 6 dicembre sul Corriere della Sera che riportava una sua intervista nella quale, tra le altre cose, Lei affermava che “in Italia si spara a troppe poche specie” e che “i cacciatori sono trattati come cittadini di serie B e servono quindi norme che diano loro più diritti”.

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Anno del cane

Anno del Cane

Se dovessi cominciare con il periodo che mi ha più impressionato nell’anno del cane inglese, il 2006, comincerei con l’immagine dell’emerito professore Robert Winston che accusa gli inglesi di essere vigliacchi.
Il professore – che assomiglia stranamente a Sandro Ruotolo, il giornalista di “Anno Zero” di Santoro – spiega che si è commosso vedendo un sedicenne sostenere la lotta in difesa della vivisezione e che è uno scandalo che gli inglesi, anzi i britannici, non siano insorti contro gli animalisti. E ci informa che anche lui utilizza animali per la ricerca e che questi animaletti (che allegramente viviseziona) sono molto amati dalle sue assistenti e che nel laboratorio vivono due conigli, Marigold e Wilhelmina, coccolati ogni giorno dai molti collaboratori. In nuce: l’emerito professore esalta l’eroico ragazzino che ha sollevato da sotto i talloni del terrorismo animalista il vessillo dei macelli e dei massacri.
Sotto la pressione incessante dei media la pubblica opinione si muove verso una più ampia accettazione della sperimentazione animale. Laurie Pycroft, il sedicenne inglese che ha dato il via al movimento in difesa della pratica della vivisezione, diventa per molti una figura eroica degna di rispetto e di ammirazione.
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