Lettera a Michele Serra.
Risposta all’articolo: “Quelli che sparano ai gatti”
(Contraddizioni etiche di fronte alla caccia come tradizione,
il finto animalismo e l’antropizzazione)
Castiglion Fiorentino, 05/10/99
Caro Serra,
ho letto con grande attenzione il suo articolo e mentre scrivo sento i colpi dei cacciatori che esplodono nelle vicinanze della mia casa, ma non troppo vicino…
Vede Serra, io vivevo a Chicago con i miei gatti in cima ad un grattacielo, al 59esimo piano. Queste povere creature le avevo raccolte a Roma, mezze morte, le avevo curate e poi portate con me negli Stati Uniti. Per cinque anni hanno vissuto in un grande appartamento tra le nuvole. Quando sono tornato in Italia con le bestiole, scelsi una casa isolata, come la sua, e li lasciai vagare liberi per il giardino e per i campi di girasole. Erano felici, assolutamente contenti della nuova condizione. Ma dopo un alcuni giorni mi accorsi che, vicino alla casa, apparivano degli imbecilli travestiti da Rambo che sparavano su tutto ciò che si muoveva. Poveri fessi, con i loro fuciletti e con la loro uniforme da massacratori che mi ricordavano quello che Bernard Shaw disse riguardo i boy scout: ‘cretini vestiti da bambini – bambini vestiti da cretini’.
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